giovedì 11 ottobre 2012

Trenitalia mon amour

Se prendere un Eurostar da Roma Termini vi fa venire l'esaurimento, provate a prendere un treno dalla Union Station di Los Angeles per San Francisco.
Essendo le due più grandi metropoli della California (non uno stato qualunque: se fosse indipendente, avrebbe un seggio al G8, è l'ottava economia del mondo) ci si aspetterebbe un servizio efficiente. Non per forza l'alta velocità, ma qualcosa di funzionale.
Prenoto il biglietto online, ma l'opzione ticketless non esiste e stampare la ricevuta non basta: bisogna stamparlo ad uno dei chioschi automatici in stazione.
Solo che alla Union Station queste biglietterie elettroniche non sono disseminate a ogni angolo, o almeno all'ingresso: non si trovano. In tutto il sottopasso poi non c'è nessuno a cui chiedere informazioni; dei turisti spersi si rivolgono all'unica figura in divisa: uno spazzino, ma è messicano e parla soltanto spagnolo.
L'unica parte della stazione che merita questo nome è un angolo: un unico tabellone e due biglietterie automatiche,  per giunta demenziali. Il software risale a un'era in cui i touchscreen non c'erano nemmeno al bancomat, e per selezionare il codice prenotazione ci metto cinque minuti di orologio.
Escono tre biglietti distinti: la prima tratta è Los Angeles -Bakersfield. Sui biglietti non c'è scritto il binario.
Neanche su quelli di trenitalia, lo so, ma almeno ci sono tabelloni e schermi ovunque. Qui no. Apprendo comunque apprendo che il treno per Bakersfield parte dal piazzale nord. Nessun cartello dice dove sia, né dove trovare un banco informazioni. Dopo molto peregrinare una guardia giurata mi dice di svoltare a sinistra dove c'è un orologio. Seguo le indicazioni e mi ritrovo in un giardino, dove di binari non c'è nemmeno l'ombra.
Perchè quello per Bakersfield non è un treno: ma un bus.


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