sabato 10 novembre 2012

Springsteen il contadino

A Garden City, cittadina del Kansas sconosciuta fino a che Truman Capote non raccontò l'omicidio della famiglia Clutter in "A Sangue Freddo", ce l'hanno parecchio con Jon Bon Jovi e Bruce Springsteen. Gli altoparlanti su Main Street diffondono solo canzoni country 24 ore al giorno, ma la musica non c'entra: le due star sono tra i miliardari che ricevono sussidi statali e sgravi fiscali in quanto "contadini".

venerdì 9 novembre 2012

State meglio oggi di quattro anni fa?

"Quando sarete nell'urna, chiedetevi se state meglio oggi di quattro anni fa". La frase che per mesi gli strateghi di Obama tentano di rigirare in un meno rischioso "chiedetevi chi ha un piano migliore per i prossimi quattro anni", però, non è farina del sacco di Romney o dei suoi spin doctor: a pronunciarla per la prima volta è stato Ronald Reagan.
Questa, come la maggior parte delle parole d'ordine della destra americana: deregulation, taglio delle tasse, aumento della spesa militare, riduzione del ruolo del governo federale a favore degli stati.
Dall'economia alla politica estera, dalla piega conservatrice in campo sociale fino a ruolo della religione in politica, il partito repubblicano come lo conosciamo da trent'anni in qua lo ha inventato Reagan negli anni Ottanta. Più precisamente, il 20 gennaio 1981, quando nel suo discorso inaugurale disse chiaramente: "in questa crisi il governo non è la soluzione: il governo è il problema".

Usa 1972, la madre di tutte le sconfitte democratiche

Sulle autostrade americane è difficile vedere una macchina senza adesivi sul paraurti: "mio figlio è un genio", "vota Obama-Biden 2012", "Cristo risorgerà", "Io mi tengo le mie armi e i miei soldi, tu Obama tieniti il tuo 'change' " (i tuoi spiccioli). Ma nel 1973, in pieno scandalo Watergate, il bumper sticker più popolare era questo: "Non prendetevela con me, sono del Massachusetts".
Cosa c'entrava lo stato del New England con lo spionaggio ordinato da Richard Nixon? Era l'unico -su cinquanta! - in cui l'anno prima i grandi elettori avevano votato il suo avversario, George McGovern. Per i democratici, però, questo nome non incarna né integrità né onestà politica; piuttosto, è sinonimo di Caporetto e di Waterloo. Quarantasette milioni contro ventinove, 60,7% a 37,5%: la madre di tutte le sconfitte.

domenica 4 novembre 2012

1 x 2: e se finisce pari?



Secondo il New York Times, ci sono solo 5 possibilità su 512. Ma chiunque sia cresciuto giocando alla schedina, sa che la sfiga è sempre una delle variabili in gioco. E anche nelle elezioni americane, il pareggio tra Romney e Obama è una possibilità. Meno dell'1%,  ma possibile.
Se entrambi i candidati avessero 268 collegi elettorali, chi diventerebbe presidente?
Probabilmente Romney andrebbe alla Casa Bianca e Joe Biden sarebbe il suo vice.
Ecco perchè.

Perchè l'Ohio è in bilico


Gli swing states sono gli stati in bilico, dove il risultato del voto è scontato. Tutti sanno che la California voterà democratico e il Texas repubblicano, ma alcuni stati minori ogni tanto cambiano idea. Il Nord Carolina e il Colorado, per esempio, nel 2008 hanno votato per Obama grazie all'incessante lavoro del porta a porta di centinaia di volontari. Il Wisconsin è incerto perchè nel 2010, alle elezioni di mezzo termine, i repubblicani sono riusciti a strapparne la maggioranza. In Florida l'immigrazione (interna e non) cambia di continuo la demografia della popolazione, rendendo imprevedibile il risultato.

L'Ohio invece è sempre in bilico. E fatta eccezione per il 1960, quando Kennedy divenne presidente senza conquistarlo, ha sempre votato per il vincitore. Perchè?

sabato 3 novembre 2012

Marchionne fa da testimonial per Obama

La campagna elettorale di Obama ha deciso (saggiamente) di non mollare l'osso: con il falso spot su Chrysler che spostava posti di lavoro in Cina, Romney potrebbe aver alienato molti elettori nello stato cruciale dell'Ohio.
E per mantenere viva l'attenzione su questa clamorosa bugia, hanno preparato un video:
"Come rovinare la reputazione della tua campagna elettorale in cinque passi", à la Romney.
Inevitabilmente, nel video compare pure Sergio Marchionne.

Eccolo qua.

venerdì 2 novembre 2012

Il rush finale è porta a porta

Puoi fare una gita in Florida?
O in Ohio, in Colorado, in North Carolina.

Migliaia di volontari per Obama in stati come la Georgia o il Kansas stanno ricevendo email del genere. Ed è inutile sprecare energie in stati che sono dati per persi da mesi.
Ormai non si tratta più di convincere gli elettori, ma di motivarli ad andare alle urne.
Un esercito di volontari sta bussando porta a porta ai democratici iscritti alle liste elettorali per assicurarsi che abbiano già votato (le urne aprono diversi gironi prima) per ridurre la fila martedì prossimo e assicurarsi che chi si decida all'ultimo minuto riesca a votare, o per assicurare un passaggio a chiunque non abbia un mezzo per recarsi al seggio.

Mitt e l'auto


Mitt a dieci anni in una delle auto costruita dall'American Motor Corp. di Detroit

Mitt Romney a dieci anni in un'auto della American Motors Co.
Dall'Ohio al Michigan.
Lo spot di Romney su Chrysler e GM (in cui sostiene, smentito, che stiano per spostare la produzione in Cina) continua a far discutere.
Gli operai di Toledo, dove si fabbricano le Jeep, sono furiosi. E anche nella vicina Detroit, dove Romney è cresciuto, il fatto che abbia mentito sapendo di mentire non va giù.
Il padre di Mitt, George, era governatore del Michigan e sapeva come trattare con l'industria automobilistica.
Il Michigan non è importante quanto l'Ohio, da cui dipendono le sorti di queste elezioni, ma Mitt potrebbe perdere consensi nel voto popolare. È considerato che la stampa nazionale comincia a prospettare un pareggio nei collegi elettorali (269 ciascuno), c'è poco da scherzare.