venerdì 5 ottobre 2012

Nel Bar dei Repubblicani

(La cronaca del dibattito Obama-Romney pubblicata su Il Fatto Quotidiano il 5 ottobre 2012)



"Lo ha travolto, lo ha semplicemente travolto". Tra i tavoli dell'Upside Tavern, dove si sono dati appuntamento i repubblicani di Denver, a fine serata c'è più entusiasmo che birra.
Un successo del genere non se lo aspettavano: anche un sondaggio della Cnn ha dichiarato Romney il vincitore. La corsa sembra essersi riaperta: è riuscito a spiazzare Obama con delle nuove proposte in campo fiscale, rendendo "inaccurate" le sue critiche e costringendo il presidente a stare sulla difensiva.


L'economia è l'argomento più gettonato eppure nessuno sembra sorprendersi del cambiamento di rotta sulle tasse: eliminare molte deduzioni invece di proporre sgravi fiscali come aveva fatto Bush.
Justin ed Erin sono due agenti immobiliari, repubblicani della prima ora, eppure sono un po' scettici: "Dedurre gli interessi del mutuo fa comodo a tutti, non solo alla classe media, specialmente ora che la gente ha quasi paura ad accenderne uno, ma eliminandoli per tutti forse si abbasserebbero i tassi".
Obama intanto sembra opaco, sceglie di non infierire: si parla di fisco e di imprese che chiudono, avrebbe gioco facile a tirar fuori il video sul 47% che non paga le tasse o Bain Capital, ma non lo fa. Anzi, è Romney ad attaccarlo perché "protegge le grandi banche dal fallimento" con la riforma Dodd Frank e sperpera milioni nel sostegno alle energie rinnovabili.
Brent, un ingegnere della Chevron, applaude appena Romney promette nuove trivellazioni in Alaska: "Quelli sono posti di lavoro veri, altro che eolico. Obama invece ha bloccato i nuovi oleodotti e le ricerche di gas nei terreni pubblici, come dovremmo diventare autosufficienti?".
Il presidente non riesce a difendere adeguatamente nemmeno la sua riforma sanitaria. Mitt avverte che per realizzare l'Obamacare "ha tolto 716 miliardi a Medicare" (l'assistenza per gli over 65) e Judy Hunt, capelli bianchi e spilla di Romney sulla maglietta, si sfoga: "Ho quasi 75 anni e un ginocchio a pezzi, ma non sarò né io né il mio medico a decidere se operarmi, ma una commissione etica". Judy é tra quelli che non potrebbe permettersi un'assicurazione medica: senza Medicare, ammette, "dovrei andare in Messico per curarmi".
Solo in chiusura Obama rivendica successi come il salvataggio del settore automobilistico, ma la promessa di Romney di creare 12 milioni di nuovi posti di lavoro suona più convincente. "Mi fido perché è un imprenditore, ha fatto soldi di mestiere" dice Evan, licenziato due giorni fa da un impianto della Chevron in Wyoming, "ci lavoravo da quasi dieci anni, e non ho mai visto tagli del genere".
Obama raccoglie qualche tiepido consenso solo quando parla di tagliare gli interessi sui prestiti che milioni di studenti devono chiedere per iscriversi al college ("ma non so se basta questo a convincermi" dice Stacy, studentessa di legge) e quando parla di utilizzare il budget non per le guerre ma per l'istruzione. Sarah, che insegna storia in un liceo, è combattuta: il suo ragazzo è nell'Air Force, e quando Romney dice le spese militari vengono prima di tutto, scatta in piedi. In Colorado, uno degli stati più in bilico e sede di parecchie basi militari, sono frasi del genere che spostano voti.



Nessun commento:

Posta un commento