martedì 2 ottobre 2012

Non è paese per sindacati


Non è un anno facile per i sindacati americani, e ancora peggiore per il rapporto con i Democratici.
Lo sciopero degli insegnanti di Chicago ha messo Barack Obama fra l'incudine e il martello (il rischio di perdere l'appoggio di sigle importantissime in termini elettorali o perdere la faccia rinnegando una propria riforma); la scelta di tenere la Convention a Charlotte, il mese scorso, ha irritato l'AFL-Cio, l'ombrello sotto cui si tritrovano la maggior parte dei sindacati, perchè il Nord Carolina è uno degli stati in cui l'organizzazione sindacale è seriamente ostacolata da una serie di leggi; in Wisconsin i dipendenti pubblici hanno perso gran parte del proprio potere di contrattazione.


Come se non bastasse, adesso ci si mette di mezzo anche una proposta di legge californiana. La legge sui finanziamenti ai partiti permette sia a multinazionali che a sindacati di fare donazioni alle campagne elettorali, ma se fosse approvata la "Proposition 32" le donazioni diventerebbero illegali.
In California i sindacati contano molto più che nel resto degli Stati Uniti. Non solo perché è uno stato solidamente democratico, ma semplicemente perché hanno molti più iscritti, soprattutto fra gli immigrati ispanici. Ricordate lo sciopero degli sceneggiatori, o il film "Bread and Roses" di Ken Loach?
Secondo il leader della Labor Federation Art Pulaski, intervistato dal NyTimes, la battaglia non riguarda solo la California: "non vogliono azzopparci, vogliono proprio estirparci. E se lo riescono a farlo qui, potranno farlo ovunque".
A scrivere la proposta di legge è stato il Lincoln club, un'organizzazione conservatrice di cui hanno fatto parte sia Richard Nixon che John Wayne, e sicuramente colpirebbe i sindacati molto più duramente delle grandi società: mentre le sigle sono locali, le grandi società hanno sedi in tutti gli altri stati e potrebbero semplicemente effettuare donazioni al partito di preferenza (i repubblicani, molto spesso) in un altro stato.
I sondaggi danno i "no" in testa 44% contro 36%, ma lo sforzo dei sindacati ha avuto un costo: per fare campagna elettorale contro la proposta di legge sono stati spesi nove milioni di dollari (il che dà un'idea del potere politico dei sindacati californiani) che altrimenti sarebbero stati spesi per cercare di far approvare un'altra proposta di legge: aumentare temporaneamente le tasse alle fasce più alte per far spendere $6 miliardi in istruzione e opere pubbliche.
Difficile credere che non ci sia dietro una precisa strategia: attirare attenzione, energie e fondi per bloccare una proposta di legge in modo da far comodamente bocciare una proposition che ai ricchi californiani starà sicuramente più a cuore.

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