sabato 10 novembre 2012

Springsteen il contadino

A Garden City, cittadina del Kansas sconosciuta fino a che Truman Capote non raccontò l'omicidio della famiglia Clutter in "A Sangue Freddo", ce l'hanno parecchio con Jon Bon Jovi e Bruce Springsteen. Gli altoparlanti su Main Street diffondono solo canzoni country 24 ore al giorno, ma la musica non c'entra: le due star sono tra i miliardari che ricevono sussidi statali e sgravi fiscali in quanto "contadini".
C'è voluta la peggiore siccità degli ultimi cinquant'anni per fare un po' di luce sul fiume di denaro pubblico che ogni anno scorre verso le campagne americane. Secondo il Cato Institute, ogni anno Washington spende circa 35 miliardi di dollari in sussidi: sovvenzioni a chiunque possieda un fazzoletto di terra, copertura del 62% delle assicurazioni sui raccolti, incentivi a non coltivare, sgravi fiscali. Per non pagare tasse sull'immensa proprietà nel New Jersey, a Bon Jovi basta allevare delle api; il Boss invece se la cava affittando un orto a un coltivatore biologico.
Ma non si tratta di eccezioni né di furberie. Creati durante la Grande Depressione come una rete di sicurezza per le famiglie di contadini, i sussidi sono diventati un gigantesco bancomat a cui attingono enormi società, miliardari e gente che non ha mai preso una zappa in mano.
Cinquant'anni fa i mille acri dei Clutter erano considerati una grande proprietà, mentre oggi non esiste fattoria più piccola di 10.000 acri: in tutto il Kansas il 70% dei sussidi va al 10% dei proprietari. Ma secondo l'Environmental Working Group di Washington, su scala nazionale le diseguaglianze sono ancora più marcate: nella top five dei beneficiari ci sono colossi alimentari come la Producers Rice Inc, che vanta profitti superiori ai trecento miliardi di dollari. Non proprio uno zio Tobia in difficoltà.
Molte delle imprese sovvenzionate sono multinazionali lontanissime dai campi: tra il 95 e il 2011 società di Chicago -dove avvistare un trattore è piuttosto arduo - hanno ricevuto $6,4 milioni in sussidi e $1,84 milioni in assicurazione.
Sempre secondo l'EWG, nello stesso periodo il governo ha versato oltre $29 miliardi a piccoli e medi proprietari affinché non seminassero nulla. L'intento dichiarato è far rigenerare il suolo, quello velato è controllare la produzione e quindi i prezzi sui mercati internazionali. L'effetto finale, però, è regalare denaro a chi non ha mai messo piede in una fattoria.
"I cosiddetti 'proprietari assenti' ricevono dai 32 ai 48 dollari per acro per non coltivare nulla" racconta Lona DuVall, responsabile sviluppo della Camera di Commercio di Garden City, "spesso è gente che vive in grandi città e i terreni li ha ereditati, eppure intasca soldi destinati agli agricoltori veri". "Se poi ci portano i dipendenti a fare una battuta di caccia, allora possono scaricare i costi come spese lavorative" spiega Beverly Glass, che si occupa di rivitalizzare la città ed è la mente dietro la musica di Main Street, "anche a me piacerebbe essere pagata per non lavorare!"
Beverly però è un'eccezione. Nessuno da queste parti si azzarda a criticare i sussidi: dei $277 miliardi piovuti sui campi dal 1995 al 2011, ben $222 milioni sono arrivati in questa contea.
"Dico sempre a tutti di non guardare la televisione, perchè la crisi non ci riguarda, noi viviamo in un'altra America", dice Lona. Il tasso di disoccupazione è sempre sotto il 3% e la straordinaria siccità non ha chiuso una sola impresa, ma nessuno ammette che l'assistenzialismo del governo abbia a che fare con questa fortuna.
L'unica cosa che fa davvero arrabbiare gli agricoltori riuniti nell'unico caffè di Main Street è lo stallo del Congresso. Da mesi il disegno di legge che stabilisce le quote dei sussidi giace in Commissione: "finché non so dove andranno i soldi, come decido se piantare grano o mais per etanolo?"

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