venerdì 2 novembre 2012

Il rush finale è porta a porta

Puoi fare una gita in Florida?
O in Ohio, in Colorado, in North Carolina.

Migliaia di volontari per Obama in stati come la Georgia o il Kansas stanno ricevendo email del genere. Ed è inutile sprecare energie in stati che sono dati per persi da mesi.
Ormai non si tratta più di convincere gli elettori, ma di motivarli ad andare alle urne.
Un esercito di volontari sta bussando porta a porta ai democratici iscritti alle liste elettorali per assicurarsi che abbiano già votato (le urne aprono diversi gironi prima) per ridurre la fila martedì prossimo e assicurarsi che chi si decida all'ultimo minuto riesca a votare, o per assicurare un passaggio a chiunque non abbia un mezzo per recarsi al seggio.

La vera forza però non sono i pullman organizzati, ma le decine e decine di volontari che sono venuti con i propri mezzi a dare una mano.
A Cincinnati ho visitato due comitati elettorali, e non c'era un autoctono.
Georgia, Florida, Alabama, California, Tennessee, New York, Michigan. Persino un ragazzo svizzero appena trasferitosi a New York, "spedito" in Ohio a spese del padre, che ha detto: questo è il mio contributo alla campagna di Obama.

A Toledo incontro due cinquantenni di New York, Jill e Margot. Erano qui quattro anni fa, e quest'anno hanno chiesto al partito dove andare. Tornate a Toledo, gli è stato detto. Prima di partire hanno votato a Manhattan, e sono riuscite a partire con uno degli ultimi voli prima dell'arrivo di Sandy.  Passano qui una settimana a suonare a centinaia di campanelli.
"Un'ottantenne ci ha chiesto di mandarle una macchina", raccontano, "ci tiene a votare per Obama perchè dice che 'Romney cambia idea più spesso di quanto io mi cambi le mutande'. Andiamo a prenderla oggi pomeriggio".




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