sabato 22 settembre 2012

E' un nostro diritto!!



Per noi europei, l'impulso è quasi irresistibile. Ma anche se l'occasione si presenta,  è meglio evitare di affrontare con un americano (specialmente del sud, specialmente del Texas) l'argomento armi. Nella maggioranza dei casi farete un ottimo esercizio di retorica, vi ribollirà il sangue, ma vi scontrerete contro un muro di gomma e non ne caverete niente.
Parlo per esperienza.
il mio ultimo interlocutore -ma il seguente copione può essere declinato in molte altre varianti - si chiama Matt, è laureato in medicina e voterà Obama alle prossime elezioni. Prende in giro suo fratello che voterà per Mitt Romney, ma ogni tanto il sabato l'accompagna al poligono di tiro e in casa ha una pistola.


"Mi sento molto più sicura", dice la sua fidanzata, femminista convinta che lavora nel nonprofit.
Lui si sorprende della tua sorpresa. perchè mai dovremmo modificare la legge sulle armi?
Citi Columbine, Aurora, Virginia Tech, e lui ti risponde: ma quelli erano malati di mente!
Controbatti che se per un malato di mente comprare un'arma non fosse così facile, forse non ci sarebbero così tante stragi, e se non tutti le avessero in casa, ogni anno morirebbero trentamila americani in meno.
Ma no- ti assicura- chi vuole le armi le comprerebbe lo stesso, anche illegalmente. 
Intanto scuote il capo incredulo, cercando con lo sguardo la fidanzata.
Chiedi gentilmente se lui ha idea di dove comprare una pistola illegale, se prenderebbe un giorno di permesso dal lavoro per andarla a cercare, se pagherebbe mille dollari per una pistola che ne vale duecento.
Finisce la birra, spazientito: è un nostro diritto costituzionale, non ce le possono togliere. E' nella Costituzione.
La fidanzata suggerisce discretamente di cambiare discorso. Fine della discussione.

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